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Manfredonia

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Fondata poco dopo il 1250 da Manfredi, figlio dell’imperatore Federico II, sorta sulle rovine dell’antica Sipontum, abbandonata a causa di terribili terremoti e dalla malaria; città, quest’ultima, di spiccate risorse economiche tanto che il suo porto era considerato uno dei principali della regione oltre a costituire testa di ponte per l’imbarco da e per l’Oriente.

Manfredonia, dopo aver subito nel corso dei secoli numerose traversie, e dopo svariati decenni, cerca il suo riscatto imponendosi, negli ultimi anni, soprattutto nel campo turistico. Le principali risorse della sua economia sono l’agricoltura e la pesca che attualmente caratterizzano il suo tessuto economico.

La città – urbanisticamente e artisticamente – ha conservato, nonostante le dominazioni e i saccheggi, importanti tracce della sua storia a cominciare dal Castello Svevo-Angioino (fatto erigere da Manfredi nel XIII sec), dagli anni ‘60 sede anche del Museo Archeologico Nazionale. Al suo interno meritano una attenta visita le sale che conservano le “Stele Daunie”, stele funerarie in pietra calcarea (dell’VII-VI sec. a.C.) che  raccontano, in una sorta di corrispondenza ante-litteram, la vita dei nostri antenati Dauni. La costruzione,  progettata dall’architetto francese Angicourt e iniziata nel 1270, poté resistere fino al 1620 allorchè i Turchi, nella loro furia devastatrice, distrussero quasi del tutto Manfredonia e la maggior parte dei suoi monumenti.

Da visitare: il Duomo, dedicato a San Lorenzo Majorano, anch’esso distrutto dai Turchi nel 1620. Fu ricostruito quattro anni dopo, ma in dimensioni più ristrette. Al suo interno opere ascrivibili  all’arte bizantina, tra le quali, la statua lignea della Madonna di Siponto col Bambino, più comunemente denominata la “Madonna dagli occhi sbarrati”, così chiamata perché, secondo un’antica  leggenda, avrebbe assistito ad un atto di violenza; l’icona raffigurante una Madonna con Bambino; il Crocifisso di San Leonardo.

La minuscola ma deliziosa Chiesa gotica di San Francesco del 1300, conserva importanti opere d’arte fra cui un Crocifisso ligneo del 1400 e un dipinto su legno del 1600 rappresentante la “Natività o Adorazione dei Magi”, dei pittori napoletani Licinio.

La chiesa di Santa Chiara, antica abitazione patrizia trasformata in convento, al cui interno è conservato un prezioso altare barocco, oltre ad importanti quadri settecenteschi.

Interessante è anche il palazzo che oggi ospita la sede Municipale. Ex monastero di San Domenico, sorto sul finire del 1200 ad opera di Carlo d’Angiò, conserva un abside meglio noto come “Cappella della Maddalena” con affreschi trecenteschi, esposizioni museali e una collezione di antiche monete.

 

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